Si è conclusa la 18esima edizione del TAU/Teatri Antichi Uniti, la rassegna che dal 28 giugno al 10 agosto ci ha guidato alla riscoperta dell'”antica parola” veicolata dall’atmosfera magica di quei palcoscenici unici e propri della Regione Marche. L’intensa rete di collaborazione, ormai consolidata, tra le città protagoniste di questa iniziativa ha fatto sì che tutte le province fossero toccate dal TAU. A partire dal tardo pomeriggio, i principali siti archeologici marchigiani, sotto la luce di caldi tramonti, sono tornati per poche ore a rivivere la loro originaria natura ospitando un ricco cartellone di spettacoli tratti dal repertorio letterario classico. Grandi gli interpreti, numerose le associazioni locali coinvolte alle quali si aggiungono, per il terzo anno consecutivo – in occasione degli appetitosi appuntamenti dell’aperiTAU/Sorsi e passeggiate di storia − le aziende agricole, così da garantire una riscoperta a 360 gradi del patrimonio culturale locale. Gli aperiTAU, una serie di visite guidate agli spazi più suggestivi e nascosti delle città, sono stati realizzati con il prezioso contributo della Azienda Agricola Moroder, dell’Oleificio di Silvestri Rosina, dell’Azienda Agricola Malacari e di Terre Cortesi Moncaro. Nuova invece la collaborazione con il team giovane e dinamico dell’associazione Con in faccia un po’ di sole, che ha proposto numerose iniziative volte a consolidare l’offerta del TAU, tra le quali escursioni, serate e giornate a tema, con un occhio attento e curioso sul territorio e su ciò che ci circonda. Turismo e cultura si fondono nell’ambizioso progetto dei TEATRI ANTICHI UNITI, per dare la possibilità a forestieri e locali di cogliere l’opportunità dello spettacolo per apprezzare la bellezza di luoghi storici che spesso, per mancanza di risorse, si trovano a convivere con la difficoltà oggettiva di poter essere accessibili alla comunità. Il TAU vuol essere, dunque, per questa sua costitutiva vocazione alla riscoperta, uno stimolo in grado di attivare una volontà di sostegno e conservazione del ricco patrimonio storico-artistico che sia comune a tutta la collettività.
Anche per l’edizione 2016 si è rinnovato il contest #instaTAU per un’archeologia social che ha permesso agli amanti del teatro, appassionati di archeologia e Instagramers di diventare protagonisti di un grande racconto corale delle bellezze archeologiche della nostra Regione.
La rassegna nasce e si sviluppa grazie all’impegno congiunto di Comuni, Regione Marche, AMAT e Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche con il contributo di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. I luoghi protagonisti di questa passata edizione del TAU sono stati: il Teatro Romano di Ascoli Piceno, l’Area Archeologica di Santa Maria in Portuno di Corinaldo, il Teatro Romano di Falerone, l’ex Chiesa di San Francesco di Fano, il Teatro Romano Helvia Recina di Macerata, Palazzo Campana di Osimo, Chiesa dell’Annunziata e Rocca Costanza di Pesaro, il Parco Archeologico di Septempeda con le Terme Romane di San Severino Marche e l’Anfiteatro Romano di Urbisaglia.
Bellezza tanto antica e così nuova era il titolo della serata inaugurale del TAU in memoria di Khaled al-Asaad (direttore del sito archeologico di Palmira) presso il Teatro Romano Helvia Recina di Macerata. Un doppio appuntamento per questo avvio che ha offerto Un’orazione pubblica per Khaled al-Asaad di Asmae Dachan (giornalista e scrittrice) e a seguire Pamela Villoresi, accompagnata da Stefano Saletti e dalle sue attente e sensibili composizioni, insieme alla voce di Barbara Eramo che è stata la protagonista di Mitiche donne. Dalle donne del mito alle nostre vite. I versi dell’Odissea di Omero sono stati affidati agli interpreti Moni Ovadia e Teresa Mannino, grazie al progetto di Sergio Maifredi Odissea un racconto mediterraneo prodotto dal Teatro Pubblico Ligure. “Odissea è la prima fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti. Il ‘montaggio’ avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare gli episodi precedenti”, scrive Sergio Maifredi. La narrazione orale di questa affascinante opera ha risuonato tra le stanze del Palazzo Campana di Osimo con il Libro XXI Odisseo e la gara dell’arco grazie alla voce di Moni Ovadia mentre la sapiente ironia sprigionata dalla performance di Teresa Mannino con il Libro XII Le sirene, Scilla e Cariddi ha incantato il pubblico dell’Anfiteatro Romano di Urbisaglia e del Teatro Romano di Ascoli Piceno. Al Teatro Romano di Falerone ha debuttato in prima nazionale Agamennone con Paolo Graziosi e Daniela Poggi diretti da Alessandro Machìa. Una riscrittura quella di Fabrizio Sinisi che ha scelto di focalizzare l’azione sulle conseguenze del ritorno di Agamennone, dilatando il tempo che intercorre tra questo ritorno e la sua morte e cortocircuitando i rapporti tra i personaggi con una lingua robusta, limpidissima, capace di tenere insieme altezze poetiche e concretezza teatrale. Il poeta latino Lucrezio è stato protagonista di ben due serate del TAU: Anna Bonaiuto, intensa signora della scena, è giunta all’Area Archeologica di Santa Maria in Portuno di Corinaldo con la lettura di alcuni versi del De rerum natura, capolavoro poetico-filosofico del poeta latino in cui si indaga sulla natura delle cose e invita gli uomini a conoscere la realtà per liberarsi dalle passioni e assumere una responsabilità personale di fronte alle proprie azioni. Piergiorgio Odifreddi in Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere ha proposto al Teatro Romano di Ascoli Piceno nell’ambito de L’Altra Italia un commento dal vivo del testo di Lucrezio, accompagnato da letture e interventi musicali. Un coinvolgente racconto teatrale Supplici a Portopalo. Dalla tragedia di Eschilo alle parole dei rifugiati, basato sul dramma Le Supplici di Eschilo, è andato in scena all’Anfiteatro Romano di Urbisaglia grazie alla maestria interpretativa di Vincenzo Pirrotta e Gabriele Vacis che ne ha firmato anche la regia. Qual è il ruolo del teatro oggi? Può una tragedia di Eschilo, un’opera di 2500 anni fa, raccontare il nostro presente? Il testo di Eschilo si intreccia e si confonde con le tragiche testimonianze dei migranti che, esuli dai loro paesi e in fuga dalla guerra, dalla fame e dalla carestia, dopo viaggi estenuanti per terra e per mare, giungono sulle coste del Mediterraneo a chiedere asilo, a cercare una nuova patria. Così il racconto teatrale si è fatto orazione civile e riflessione collettiva. La stagione dell’amore era l’evocativo titolo, tratto da una canzone di Battiato, dell’appuntamento in programma a San Severino Marche presso il Parco Archeologico di Septempeda: il progetto curato da Francesco Rapaccioni era affidato a giovani talenti locali che si sono confrontati con il tema dell’amore nella letteratura classica antica. Dialoghi degli dei, alla Chiesa dell’Annunziata di Pesaro, è stato un divertissement squisitamente letterario, in cui l’autore Luciano, attingendo dal patrimonio del mito, offre una rappresentazione originale, ironica e sorprendentemente quotidiana della cosmogonia classica. Al centro dello spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica vi erano gli scontri “familiari” tra Zeus ed Era, le continue lagnanze per le malefatte di Eros, i pettegolezzi tra Dioniso, Ermes e Apollo che, resistendo alla sfida del tempo, hanno offerto occasioni di ilarità. Tre tappe nelle Marche per Miles Gloriosus interpretato da Ettore Bassi, Corrado Tedeschi e Justin Mattera: a Pesaro a Rocca Costanza, al Teatro Romano di Falerone e presso l’Anfiteatro Romano di Urbisaglia. “Per festeggiare i 2200 anni dalla morte di Plauto mi è stato chiesto di allestire uno dei suoi capolavori. La scelta è ricaduta facilmente sul Miles Gloriosus. In questo nuovo allestimento ho scelto di mettere in piedi una versione che ricordasse la vita di Roma e mettesse in evidenza anche idee e materiali dei nostri tempi”, afferma il regista Cristiano Roccamo. A Fano si è conclusa la rassegna del TAU con Erodiade di Giovanni Testori, uno spettacolo che ha raccolto grandi consensi di critica e pubblico, grazie all’interpretazione “intensa e trasfigurante” di Iaia Forte. Alla fisicità prorompente di Iaia Forte e alla sua capacità espressiva spettava il compito di raccontare quello che Testori ha definito un personaggio “a metà fra un Dio astratto e quello incarnato”, in continuo incontro-scontro con se stesso, con il divino, con l’amore e con il senso della vita stessa.
A seguire una galleria dei momenti più belli che hanno fatto questa diciottesima edizione del TAU/TEATRI ANTICHI UNITI con gli scatti realizzati da Caterina Consiglio.
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