Il 15 e il 16 aprile si è svolto APP – Ascoli Piceno Present, nuovo festival multidisciplinare delle arti sceniche contemporanee. Nei due giorni, la città di Ascoli Piceno ha offerto al suo pubblico una vera e propria kermesse dedicata al teatro, alla musica e alla danza contemporanea. Il festival APP è stata un’occasione privilegiata per quanti amano confrontarsi con le espressioni più significative del presente che, dal pomeriggio a notte fonda, ha abitato alcuni magnifici spazi della città – il Teatro Ventidio Basso e il suo Ridotto, l’Auditorium Montevecchi, la Chiesa di San Pietro in Castello, il Museo d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini – per una festa delle arti sceniche contemporanee promossa dal Comune di Ascoli Piceno e AMAT, con il sostegno di MiBACT e Regione Marche.
A fare da anticipazione al festival sono stati offerti al pubblico degli stAPP!, alcuni stravaganti appuntamenti nei quali, tra un brindisi e l’altro, venivano presentati gli ospiti più attesi e le iniziative più accattivanti dell’evento, il tutto nella splendida cornice di un bistrot o di una libreria del centro storico. Il programma, assai ricco di iniziative e di artisti di fama internazionale, ha saputo attrarre un notevole flusso di spettatori trascinandoli in quell’atmosfera suggestiva e frizzante che nei due giorni ha investito la splendida città. Non solo: a precedere l’avvio di APP ci ha pensato la coreografa Simona Bertozzi che ha condotto una masterclass gratuita coinvolgendo gli allievi delle scuole di danza della città; entusiasti dell’opportunità ricevuta, i giovani danzatori hanno avuto la possibilità di confrontarsi con una delle più importanti artiste del panorama nazionale.
Ma cosa è successo nei giorni di APP?
>>> 15 aprile
La prima giornata inaugurale si è aperta negli interni affascinanti della storica Chiesa di San Pietro in Castello, con un dittico di danza italiana: Prometeo: contemplazione di Simona Bertozzi e Horizon di Manfredi Perego. La figura di Prometeo diviene per la danzatrice e coreografa Simona Bertozzi uno spunto per una riflessione sulla danza tesa alla vitalità umana, allo scambio, alla coabitazione. In Horizon Manfredi Perego – formatosi nelle arti marziali, approdato poi alla danza con Carolyn Carlson ed altri coreografi, vincitore del prestigioso Premio Equilibrio 2014 – ha dato corpo a una poesia-vertigine celata, a un lavoro fisico e mentale di totale svuotamento, cercando di vivere la sensazione di un’immagine che inevitabilmente circonda il corpo. Presso il Ridotto del Teatro Ventidio Basso Julia Kent, artista nata a Vancouver e di casa a New York, ha deliziato l’orecchio degli spettatori con il suo ultimo album Asperities centrato su loop e strati di violoncello, su elettronica e suoni trovati, che ha trasmesso quel senso di isolamento che è tanto più forte in un mondo sempre più interconnesso e iperconnesso quale il nostro. Al Teatro Ventidio Basso è stata la volta di Carrozzeria Orfeo con Thanks for vaselina un testo tragicomico e di grande spessore intellettuale che offre un richiamo a una società violenta e marginale ma anche dannatamente umana. Nel segno della musica la conclusione della prima ricca giornata di APP presso l’Auditorium Montevecchi con Persian Pelican e Sorge, ovvero Emidio Clementi e Marco Caldera. Sleeping Beauty il terzo album di Persian Pelican che, affiancato per l’occasione da una band di quattro elementi con Marcello Piccinini (batteria), Mauro Rosati (basso e tastiere), Daniele Gennaretti (chitarre) e Paola Mirabella (cori e percussioni), ci ha restituito le atmosfere più luminose ed elettriche con loop di chitarre e piccole scie psichedeliche. Emidio Clementi (cantante dei Massimo Volume e scrittore) e Marco Caldera (produttore, musicista e tecnico del suono) si sono esibiti nel loro nuovo progetto di musica elettronica Sorge nato nel 2014 dall’amore comune per l’elettronica unita al suono del pianoforte e della voce conditi da un immaginario coltivato nei loro lunghi tour in furgone.
>>> 16 aprile
APP non poteva dimenticarsi dell’arte. Per questo ha pensato di proporre hAPPyArt agli spettatori una visita guidata a cura di Stefano Papetti alla mostra Francesco nell’arte – Da Cimabue a Caravaggio curata da Giovanni Morello e lo stesso Papetti, ospitata presso la Sala della Vittoria della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno. Un viaggio suggestivo e affascinante tra dipinti storici che meglio non poteva aprire la seconda giornata di festival, proseguito poi all’insegna della danza con Trilogia della Compagnia Menhir: tre performance coreografiche composte da Giulio de Leo ispirate a tre opere di William Shakespeare, Romeo e Giulietta, La tempesta e Macbeth, per proporre una riflessione politica attraverso il corpo nella splendida cornice della Chiesa di San Pietro in Castello. Un lavoro complessivo toccante che ha commosso e folgorato gli spettatori.
Gli spettatori si sono poi di nuovo immersi nell’arte grazie a un’altra visita guidata, questa volta al Museo d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini: hanno potuto ammirare quadri di arte contemporanea ed entrare meglio dentro lo spirito del tempo presente che ha contraddistinto lo stesso APP. Come momento conclusivo della visita, l’ensemble della FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana, composto di archi, fiati e sintetizzatore, ha riproposto IN_C la più celebre composizione dell’americano Terry Riley, senza dubbio uno dei lavori più rivoluzionari del ‘900 nonché quella che fu battezzata come il manifesto musicale del movimento minimalista.
Le voci narranti di Paola Dallan e Marco Menegoni hanno penetrato l’animo del pubblico al Ridotto del Teatro Ventidio Basso con Rivelazione. Sette meditazioni intorno a Giorgione di Anagoor. Il tono, a tratti solenne e imperioso, a tratti contemporaneo, che ha segnato la narrazione della vita di un pittore tanto libero quanto controverso come Giorgione – avanguardia intellettuale e artistica di fine ‘400 – ha condotto le menti e i cuori dei presenti in un percorso verso la conoscenza degli aspetti più misteriosi di questo artista.
Il palco del Ventidio Basso ha ospitato poi l’ultima creazione di Fibre Parallele, La beatitudine uno spettacolo corale imbevuto di melanconia, specchio di una condizione umana sofferente e disillusa, sempre alla ricerca di consolazioni che potranno essere, solo e soltanto, effimere: un cerimoniale di attori che declinano identità ed età vere per calarsi in drammi sociali e personali di forte impatto emotivo.
Un delicato sound acustico sprigionato dalla musica del giovane gruppo originario di Ascoli Piceno, L’Orchestrina, ha pervaso la sala dell’Auditorium Montevecchi proponendo brani corali originali dai ritmi popolari. Il festival si è concluso sulle note rock di Mauro Ermanno Giovanardi (Joe), storico leader del gruppo La Crus, che si è esibito in trio con Paolo Milanesi (tromba) e Gianluca De Rubertis (piano/tastiere) con il tour che prende il nome dal suo album tutto nuovo, Il mio stile, interpretato dalla voce profonda, suadente e inconfondibile di Giovanardi.
Sfogliando un programma del genere non rimane così difficile individuare le ragioni del successo riscosso dalla ricca maratona di questo primo esperimento di APP. Per la prima volta ad Ascoli Piceno un festival che si apre alle molteplici esperienze dell’arte del presente e fa rivivere antichi spazi che divengono i testimoni più fedeli dell’espressioni artistiche del contemporaneo creando un romantico dialogo tra passato e presente!
Sotto una galleria fotografica con alcuni dei più bei momenti della prima edizione del Festival APP 2016
Altre foto le potete trovare su Rocklab
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