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Intervista a Mara Cassiani e Mara Cerri

Intervista a Mara Cassiani e Mara Cerri

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foto di Matteo Ascani

Intervista a Mara Cassiani e Mara Cerri in occasione della serata-trittico andata in scena alla Rotonda a mare di Senigallia il 17 maggio e dedicata ai loro singoli lavori: la performance, finalista e premio speciale all’ Artelaguna International Art Prize 2012, Uno su uno di Mara Cassiani e il corto di animazione, vincitore del Primo Premio Corto Italia al Torino Film Festival 2011, Via Curiel 8 di Mara Cerri e Magda Guidi. La serata si è conclusa con il primo studio di You and me and everywhere, che vede Cassiani e Cerri impegnate in una performance che parte dalle suggestioni di Via Curiel 8 per arrivare “everywhere”.

Mara Cassiani, coreografa, performer – ma anche sound designer dato che hai curato il suono per il corto di animazione Via Curiel 8 –, presenti questa sera il tuo lavoro Uno su uno, una riflessione sul «m² visto come misura della nostra vita». Il m² da una parte è riduttivo e costrittivo, ma d’altra parte costringe all’adattamento, è una sfida; è un’unità negativa o positiva, come reagisce il corpo rinchiuso in un m²? Come è nato Uno su uno?

Uno su uno

Uno su uno era nato come performance d’arte e poi è diventata anche coreografica, non pensavo ci fosse questo sviluppo. Volevo fare uno studio del corpo in opposizione agli studi rinascimentali o architettonici che ci sono stati precedentemente in cui il corpo veniva studiato nella sua estensione – penso per esempio all’uomo vitruviano di Leonardo. Quindi ho preso il m² come misura di riferimento perché è quello su cui viviamo e su cui ogni volta dobbiamo misurare la nostra vita – anche quando si prende un appartamento. Il corpo è visto sempre più come un organismo adattabile. Ed ecco la diffusione in quest’epoca di spazi polifunzionali minuscoli, ma in cui c’è tutto.
Inoltre precedentemente stavo facendo uno studio sul movimento seriale, al limite del meccanico; all’inizio come spunto coreografico c’era un movimento ripetitivo come quello della macchina che poi ho portato all’interno del m² mantenendolo in realtà molto organico. Disegno questo m², mi pongo in mezzo e inizio a verificare quali siano le proporzioni del corpo che possono vivere in questo m², o non vivere, perché alla fine è sempre un corpo contratto; infatti non mi sollevo e non mi rilasso mai e vado sempre ad approfondire questa contrattura.

C’è una via di uscita da questo m² secondo te?

Non penso! Il corpo umano si sta adattando sempre di più a quest’epoca per cui i nostri lavori non sono più i lavori di una volta e le nostre posizioni sono sempre meno anatomiche, a partire dalla quotidianità, dalle posizioni assunte davanti ai tavoli d’ufficio, ai computer… Il nostro corpo sta compiendo delle modificazioni dovute a questo, al fatto che ci stiamo adattando a questi spazi e anche alle tempistiche di questi spazi. Un discorso ancora attuale e che rientra in questo caso è quello del lavoro in fabbrica e del movimento seriale, in cui il corpo si adatta a un altro tipo di movimento; sono comunque azioni che modificano il corpo, la nostra qualità di movimento e anche il nostro modo di pensare e quindi non c’è una via di uscita (ride, ndr).

Mara Cerri, illustratrice e autrice di Via Curiel 8. Passiamo dall’unità di misura del corpo all’unità di misura del disegno. Il corto Via Curiel 8 ha vinto diversi premi però tu sei partita da un romanzo illustrato… Potresti parlarci di come sei arrivata dal libro all’animazione?

Via Curiel 8

Qualcuno lo chiama romanzo illustrato altri a fumetti, per me era quello che facevo quotidianamente ossia albi illustrati, raccontare con i segni una storia quasi senza parole, che si accompagna solo con dei richiami e dei riverberi tra le immagini. Via Curiel 8 è un libro pubblicato con la casa Orecchio Acerbo nel 2009 però contemporaneamente alla storia del libro nasceva anche il progetto filmico che è stato presentato al Festival di Annecy in Francia e ha avuto degli appoggi, sostegni e riconoscimenti per cui ho deciso di iniziare questa avventura; ho però deciso di non farlo da sola ma in stretta collaborazione con Magda Guidi che innanzitutto è una carissima amica, poi una compagna da sempre – fin dai tempi della scuola di Urbino in cui frequentavamo la sezione di cinema di animazione. Abbiamo impiegato due anni per fare questo film, abbiamo deciso di sviscerare la storia del libro, quasi abbattendola, scomponendola e ricostruendola insieme. Volevamo che il film non avesse un’impronta dell’una o dell’altra, volevamo che fosse un nostro incontro. Se Via Curiel 8 racconta un incontro immaginato, forse questo film era per noi quell’incontro che in qualche modo avevamo desiderato più volte. Ed è stata anche l’occasione per lavorare per la prima volta con Mara Cassiani e qui il nostro incontro: con Mara eravamo compagne di serata – abbiamo frequentato la stessa scuola di Urbino – e la bellezza di questo lavoro risiede anche nel far riemergere un immaginario comune, un qualcosa che evidentemente si era condiviso e che sul film ha preso forma. Mara ha affiancato Stefano Sasso per la colonna sonora. Siamo state molto soddisfatte, c’è stato un dialogo continuo, una registrazione sempre dal vivo, un lavoro molto preciso sui suoni che sono stati cuciti e lavorati sui disegni per far sì che le immagini non si perdessero e non diventassero semplicemente un video di quello che poteva essere una colonna sonora, ma al contrario venissero esaltati tutti i particolari, il rumore di quei segni e il desiderio di andare ancora più a fondo attraverso il suono. La maggior parte dei suoni di Via Curiel 8 riguardano la stanza della ragazzina, di Emma, lo scricchiolare e il tremolare di un ricordo e di qualcosa che muta continuamente.

Per quanto riguarda You and me and everywhere, che è il lavoro che affrontiamo insieme, siamo partite da Via Curiel 8 come tipo di suggestione, come incontro in un immaginario, in una trasparenza.

You and me and everywhere sembra proprio il passo successivo di un progetto più grande: da Via Curiel 8 testo al corto di animazione nato dall’incontro con Magda, per poi arrivare a questo step ulteriore, all’incontro con Mara e alla performance…

you and me and everywhere – foto di Matteo Ascani

Mara Cerri: C’è la voglia di mettersi in gioco, uscire dai propri schemi: quando ti apri all’altro e alle sue intuizioni trovi strade nuove che spesso fai fatica a cogliere ma poi c’è sempre un incrocio che funziona e ti indica la strada. Noi ci teniamo a dire che questo lavoro parte da quella suggestione lì ma poi prende altre direzioni, oltre al fatto che ci concentriamo sul personaggio femminile e quindi l’incontro tra il maschile e il femminile, che è molto sviluppato nel libro, non c’è nel nostro progetto o forse avrà uno sviluppo successivo…

Mara Cassiani: You and me and everywhere è uno studio sul personaggio femminile di Emma che sia nel libro che nel video condivide due età separate semplicemente da una porta e da una membrana. Noi lavoriamo sull’attraversamento di questa membrana in cui tutto è possibile e si sviluppa anche il rapporto col disegno che noi abbiamo voluto mantenere in questo lavoro, un lavoro sulle trasparenze.

Mara Cerri: Quello che lega You and me and everywhere all’animazione è che c’è tutto un gioco, un riverbero continuo di gesti come se la memoria di un gesto rimanesse sempre in qualche modo nell’aria, e anche nella presenza scenica, e in qualche modo risvegliasse nell’una il ricordo della presenza – presente o passata – dell’altra. Anche il video in parte è costituito da delle scene di bozze a matite, delle scene tagliate di Via Curiel 8, altre scene poi rielaborate in una chiave più pop. C’era il desiderio di sbarazzarsi di ciò che ha accompagnato me e Magda in questi due anni e il coraggio in qualche modo di dissacrarla, di prendersi un po’ in giro, di demolirla per costruire dell’altro. C’è stato anche il gioco di cogliere le suggestioni che erano di Mara rispetto al video, al montaggio, dicendosi “perché no” e il perché no è diventato poi un divertirsi e un non prendersi sul serio e scoprire parti di sé che magari uno tiene più nascoste.

Mara Cassiani: …Ha aperto nuove strade al disegno, al montaggio… all’everywhere!

foto di Matteo Ascani

Attraversate diversi limiti con questo studio e allo stesso tempo fate convergere le vostre discipline artistiche. Sentite che c’è qualche prevaricazione fra le arti?

Mara Cerri: Non c’è prevaricazione, perché io sento quali sono i miei confini. Questa membrana effettivamente esiste e tu a un certo punto senti quando stai andando nello spazio dell’altro e l’altro ha delle competenze che stanno in piedi da sole; la sento molto naturale come cosa. Per me è un mondo tutto nuovo: quando disegni sei protetto comunque dal fatto che ti nascondi dietro al tuo libro, dietro al tuo film, non hai un contatto diretto con il pubblico. Per questa sera io sono anche un po’ emozionata, ma mi faccio coraggio!
Avevo visto il lavoro di Mara con il padre (Daddy’n me, ndr), ho sempre sentito Mara molto accogliente nei movimenti, nei gesti e ho voglia di fare questa esperienza.
Per quanto riguarda il posto che mi sono ricavata, diciamo che avendo un punto di vista prettamente grafico io mi sono soffermata sull’aspetto formale di alcuni movimenti; su alcuni gesti, in particolare della seconda parte, c’è un movimento di una massa di capelli e sulla forma che cambia: quella massa ho cercato di rielaborarla graficamente e scoprire delle forme che sostengono momenti della scena o si rimandano. Si costruisce e si ripesca materiale che poi man mano si forma…

Mara Cassiani: C’è un continuo riverbero di quello che sviluppiamo in scena e poi di quello che Mara può fare con il disegno; c’è una relazione e la necessità di preservare la scena in relazione al video affinché nessuna delle due cose prevarichi. È un equilibrio molto difficile perché appunto si rischia di saturare il pubblico che a un certo punto non sa dove guardare. Abbiamo dovuto lavorare in modo tale che ci siano delle parti che aprano al video e altre alla scena, mantenendo un continuo dialogo di equilibri. Inoltre c’è stata parecchia ricerca, soprattutto con i disegni.

Questo è il primo studio di un lavoro più grande. Ci saranno altri studi?

Mara Cerri: Il lavoro debutta a Santarcangelo Festival a luglio nella sua forma completa a cui lavoreremo in questo mese; ci metteremo tante altre cose che in questo primo studio non sono riuscite ad entrare.

Approfondirete altri aspetti di Via Curiel 8 o ci sarà solo la figura di Emma nel lavoro finale?

foto di Matteo Ascani

Mara Cassiani: La figura di Emma diventa un lavoro sul femminile; è un dialogo anche con altri artisti che hanno lavorato sul femminile e ci hanno ispirato come per esempio The Virgin Suicides di Sofia Coppola, Picnic a Hanging Rock di Peter Weir, Persona di Ingmar Bergman; io mi sono sentita molto influenzata anche dai lavori di Pipilotti Rist, da lavori di immaginario femminile e di grande rarefazione. Abbiamo notato che i lavori sul femminile hanno un respiro che anche noi abbiamo cercato per cui vogliamo tentare di approfondire quest’aspetto, in qualche modo renderlo un lavoro fatto da due donne che è per le donne, universalizzarlo. La partenza è Via Curiel 8 per arrivare everywhere!

Il tema del ricordo ci sarà?

Mara Cerri: Il tema del ricordo c’è assolutamente. Diciamo che se Via Curiel 8 si concentra sulle età ben identificabili di Emma, ossia età adulta ed età dell’infanzia, in questo caso lavoriamo a una sfumatura molto più sottile perché immaginiamo una Emma che ha valicato i confini tra i 20 e i 30; lavoriamo nella membrana della giovinezza e dell’età adulta, in questi due decenni di vita.

Mara Cassiani: Entrano anche delle cose biografiche dei nostri 20 anni e il rapporto del ricordo anche nel disegno. Inoltre quando faremo il debutto a Santarcangelo ci saranno anche ricordi più prossimi, vorremmo inserire anche ricordi del Festival dentro il disegno.

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