Intervista “social” a Mara Cassiani
Per una settimana abbiamo rivolto delle brevi domande su facebook alla coreografa Mara Cassiani, in scena il 26 febbraio al Teatro Sperimentale di Pesaro con il dittico Trashx$$$ e Justice [studio] per la rassegna TeatrOltre. L’artista marchigiana – oltre che coreografa anche performer in scena – presenta due spettacoli originali che mescolano più linguaggi e indagano la realtà contemporanea, i suoi eccessi e le sue contraddizioni. Giorno dopo giorno sono emerse particolari sfumature che compongono questo dittico e ne è uscita un’intervista frammentata, molto vicina alla forma tipica dei social network, che abbiamo deciso di riportare interamente.
Una frase per descrivere TRASHX$$$ e un’immagine dello spettacolo.
“Sulla Decadenza dell’evoluzione umana e i nuovi dei”.
Una frase per descrivere JUSTICE e un’immagine dello spettacolo.
“Sul potere dell’immagine”.
Qual è il vero #nuovolinguaggio del tuo spettacolo?
Immaginari in hyperlink tra loro che superano i vecchi schemi narrativi, per seguire un flusso di coscienza visivo.
Quali sono le fonti utilizzate per TRASHX$$$ + JUSTICE?
TRASHX$$$ si ispira a una attenta osservazione dei fenomeni virali ipercontemporanei di massa spontanei come youtube e i social e ai meccanismi del marketing. E come questo in scena possa evolversi in una sorta di allegoria di Hieronymous Bosch.
JUSTICE si ispira al potere dell’immagine e al suo sviluppo formale, a come i meccanismi siano fondamentalmente immutati, ma abbiano evoluto forma fino a condizionare la nostra percezione del corpo. E di qui ai processi visivi di massa.
Lascio inoltre due citazioni:
“Gli eccessi scioccanti sono parte del sistema, il sistema si nutre di essi per riprodursi” da Il trash sublime di Slavoj Zižek.
“Le produzioni cosiddette spirituali degli uomini sarebbero determinate, in quanto sovrastruttura, dalle strutture economiche soggiacenti, relazioni sociali e modi di produzione.” Walter Benjamin
Due canzoni/videoclip rappresentative degli spettacoli.
Un video che vale per entrambi i lavori è senz’altro BELIEVE di The Chemical Brothers. Il testo parla in modo ossessivo della necessità di credere in qualcosa, il video investiga le ossessioni del mondo contemporaneo in mancanza e in pienezza di nuovi credi.
Un’altra canzone rappresentativa dei lavori è STAMINA di Vitalic: sia video che canzone investigano la risposta del marketing alla necessità di credere in qualcosa che viene riempita con immagini, poi letali, di cibo e fitness. La canzone dice: «In your fight I show you bite / On your flight I show you sight / What it takes is upping the stakes / On my plight I give you light / In your fight I show you bite / On your flight I show you sight / What it takes is up in the stakes / On my plate I give you light».
Due immagini che rimandano agli spettacoli ma che non sono prese dalla messinscena (possono essere per esempio iconografie, foto, dipinti…)?
Un’immagine riassume entrambi i lavori: Kim Kardashian per Paper Magazine.
Per concludere, il trailer degli spettacoli:
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