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Video intervista a Giulio De Leo/Compagnia Menhir

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ritual-quintetRitual Quintet_01 inaugura una ricerca sulla ritualità corporea contemporanea, un’indagine sulla necessità collettiva del danzare in relazione ai luoghi, alle comunità e alle culture. Proprio dallo studio di una cultura a me vicina sono partito: il Tarantismo. Una cultura vicina a me non solo geograficamente, ma nella sua capacità di essere terreno di sintesi, d’ibridazione e di sopravvivenza. Il Tarantismo è solo un’occasione per riflettere ancora una volta sulla capacità del corpo di farsi luogo d’incontro collettivo e di poter credere nel discorso coreografico come motore ancora vivo di nuovi percorsi rituali, religiosi, musicali, alimentari, comportamentali, visionari: e tutti pieni di scorie, di residui, di resti”. Sono queste le parole che il coreografo Giulio De Leo utilizza per parlare del suo nuovo progetto Ritual Quintet_01 a cui sta lavorando insieme alla sua Compagnia Menhir in questi giorni al Teatro Annibal Caro di Civitanova Marche nell’ambito del progetto Residenze Marche Spettacolo promosso dalla Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo del MiBACT con la Regione Marche, il Consorzio Marche Spettacolo e l’AMAT.

Dopo aver abitato per diversi giorni lo spazio teatrale di Civitanova Marche (grazie a Civitanova Casa della Danza sostenuto da Comune, Azienda Teatri di Civitanova e AMAT) e la foresteria Imperatrice Eugenia, venerdì 2 dicembre ore 21.15, al Teatro Annibal Caro, gli spettatori potranno sbirciare tra le maglie del lavoro, assistere al Cantiere aperto per Ritual Quitet_01, un momento privilegiato per capire come nasce e come si sviluppa il lavoro di un artista e di un gruppo di danzatori. Un grande lavoro corale, un quintetto appunto formato da cinque danzatori provenienti da etnie, contesti geografici e storie molto lontane fra loro (Erika Guastamacchia, Liia Gusein-Zade, Nikoleta Koutitsa, Luciano Nuzzolese, Joannis Polyzo), a cui si aggiunge la musica percussiva di Pino Basile, musicista spesso legato alla danza e al circo contemporaneo (Roberto Olivan, Akram Khan, Ruspa Rocket).

“Questo stesso quintetto nelle sue premesse si propone come esogamia culturale, fra il mio corpo/pensiero.  L’esogamia sincretica rimescola le culture e i luoghi rurali e metropolitani e genera una babele, a volte esaltante, altre confusa e incomprensibile; in questa mistura fomenta il nuovo, germoglia il vecchio” chiosa Giulio De Leo che abbiamo incontrato proprio al Teatro Annibal Caro di Civitanova Marche e abbiamo intervistato per saperne di più su questa produzione della Compagnia Menhir con il sostegno di Teatro Garibaldi di Bisceglie. L’intervista e il montaggio sono a cura di Carlotta Tringali.

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