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Una lezione in punta di piedi

Una lezione in punta di piedi

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Pubblichiamo una riflessione scritta da due giovani studentesse della Scuola Media Superiore di I grado Ungaretti di Civitanova Marche dopo aver assistito a una lezione di Scuola di Platea. Questo articolo è apparso sul quotidiano Il Resto del Carlino in data 5 marzo 2013. [Scarica qui la versione pdf dell’articolo]

Il linguaggio della danza spiegato dall’insegnante Francesca Berardi

Un incontro davvero interessante quello con Francesca Berardi, esperta di danza nonché ballerina diplomata all’Accademia di danza, una prestigiosa scuola. La professoressa Berardi ci ha introdotto al linguaggio della danza anche per farci apprezzare al meglio lo spettacolo che abbiamo poi avuto la fortuna di assistere a Civitanova, e cioè You and Eye di e con Fernando Suels Mendoza.

Da questa esperienza è emersa la consapevolezza che la danza è una forma sublime di comunicazione, è il linguaggio nascosto dell’anima. Danzare è l’unico modo di parlare in silenzio. Il corpo che danza con grazia dice molte cose senza dover nemmeno pronunciare una parola. Leggerezza, illusione, armonia, spettacolarità, simmetria, ordine, sono alcune delle caratteristiche che da sempre contraddistinguono questa disciplina. Affascinante è l’esperienza della ballerina Isadora Duncan che sembra ascoltare la musica con l’anima: un essere interiore le si risveglia dentro ed è per lui che poi la testa si drizza, le braccia si sollevano senza costrizioni e convenzioni ritrovando l’armonia e la bellezza con le quali il corpo comunica le sue emozioni. Durante l’ascolto abbiamo toccato degli argomenti, alcuni dei quali sono il balletto romantico e quello classico, con passi codificati, punte e tutù. Da temi più antichi si passa a quelli più moderni, con la danza contemporanea e moderna. Inoltre abbiamo conosciuto alcune icone come Martha Graham, che mostra le sue considerazioni riguardo la chiusura del corpo per esprimere il dolore dell’individuo per poi liberarsi improvvisamente delle sofferenze. La parte del corpo che vuole esprimere emozioni è il Plesso Solare, ossia la pancia.

Francesca Berardi

La gente a volte quando va a teatro non vorrebbe assistere ad uno scenario di sofferenze, ma con la danza vengono rese maggiormente piacevoli. Nel 1900 aumenta il desiderio di distruggere le pose fisse e mostrare la leggerezza dell’essere, con Doris Humphrey, che vuole rendere pubblici la dignità, l’armonia. Il sentimento consueto che accompagna la società del tempo ha voluto partecipare al teatro della danza, in qualità di protagonista, come la felicità, oppure la tristezza.
Nel 1970 incontriamo una vera e propria artista del teatro-danza, cioè Pina Baush, dove si rappresenta la verità con gesti quotidiani come urla, abbracci, camminate, colpi: in poche parole una danza libera.

Più vicino a noi è l’invenzione della Danza contemporanea che inizia da una perfetta conoscenza della tradizione classica per stravolgere le convenzioni. Si sperimentano i limiti e le infinite possibilità espressive del corpo con gesti quotidiani, riti e immagini che diventano movimento.
Ci siamo interessati ancor di più a questa esperienza grazie anche all’incontro avvenuto al teatro Annibal Caro con il fantastico Fernando Suels Mendoza e il grande ballerino di break-dance Alessio Kgi Giaccaglia.

Personalmente questa esperienza ci ha fatto comprendere che la danza molto spesso viene sottovalutata, ma che in realtà può esprimere sentimenti non come normalmente usiamo fare, quindi con le parole, ma attraverso i movimenti e che ci sono delle persone che hanno dato, danno e daranno l’anima per liberarsi da un corpo che senza la danza non sentono più parte di loro.

Sara Lombardo e Valentina De Carolis, II G

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