Intervista a Persian Pelican per Molecola Fest#1
Il 28 luglio 2016 la Mole Vanvitelliana di Ancona ospita la prima edizione di Molecola: una serata dedicata alla musica indipendente organizzata da Arci Ancona, Loop Live Club di Osimo e AMAT. Gli ospiti sono Winston McNamara, Persian Pelican e Iosonouncane con il Mandria Tour. Qui trovate tutte le info a riguardo
Mentre aspettiamo Molecola abbiamo sentito Andrea Pulcini, alias Persian Pelican, e ci siamo fatti raccontare i suoi segreti da musicista e organizzatore e l’aria che tira dalle parti delle Marche!
Il pellicano è il tuo animale-guida? O il tuo nome d’arte ha un’altra spiegazione?
Nel medioevo il pellicano aveva un importante significato allegorico. Era simbolo del sacrificio e abnegazione, poiché il fatto che gli adulti curvassero il becco per prendere i pesci nella sacca ha indotto all’errata credenza secondo cui sfamassero i figli con il proprio sangue. Fuor di metafora era un’immagine che ben descriveva il fatto di mettere litri del proprio distillato emotivo nelle canzoni al fine di donarlo a chi ascolta. La provenienza persiana l’ha fornita un forte amore per il cinema iraniano.
Stai portando il nuovo disco in tournée: come stanno rispondendo pubblico, locali e Persian Pelican stesso?
Molto bene. A differenza del disco precedente, le canzoni di Sleeping Beauty hanno una vocazione live più pronunciata tanto da acquistare sul palco un’energia e venature rock appena accennate nel disco. A livello personale il fatto di aver allargato il duo chitarra/batteria a nuovi musicisti e strumenti lascia ampio spazio a nuove evoluzioni sonore.
Hai già condiviso il palco con Iosonouncane: quali sono state le sensazioni/vibrazioni?
È stato un vero piacere aprire il suo concerto in un Serraglio pienissimo. Jacopo e la sua mandria sonica meritano tute le attenzioni ricevute. A Milano però ero in versione solitaria, mentre al Molecola sarà ancor più bello perché avrò il conforto di tutta la band.
Da qualche tempo curi la programmazione musicale di un locale nella provincia di Ascoli. Cosa significa diffondere cultura musicale nella provincia, oggi? Come scegliere gli artisti da presentare? Quali sono le difficoltà che incontri e/o le soddisfazioni che ne trai (tu e il pubblico)?
Io e Paola Mirabella stiamo avendo l’opportunità di curare una rassegna musicale chiamata I Racconti del Cuscino. Il nome, tratto dall’omonima pellicola di Greenaway, vuole suggerire un tipo di fruizione diversa da parte del pubblico, con la possibilità di farsi sussurrare a stretto contatto i racconti del folksinger di turno. Parliamo di una piccola realtà, ma negli ultimi due anni siamo riusciti a ospitare artisti internazionali del calibro di Barzin, Josephine Foster, Tom Brosseau, Emily Wells, Hugo Race, insieme a molti altri che amiamo ascoltare e dei quali apprezziamo il lavoro (questo l’unico criterio di selezione). Una proposta di diversità che reputo importante per un piccolo paesino di provincia, al fine di stimolare la creazioni di nuovi paesaggi interiori attraverso la musica. Essendo i live a ingresso gratuito le uniche difficoltà sono legate alla sostenibilità economica del tutto, che dipende strettamente dalla partecipazione. La soddisfazione maggiore consiste nella condivisione dell’emozione. Quando quello che hai scelto o amato accende una luce in qualcuno del pubblico, significa aver fatto bene il proprio lavoro.
Secondo la tua esperienza di artista e organizzatore, esiste qualche tendenza/scena musicale marchigiana? E nel pubblico marchigiano?
Essendo l’unica regione al plurale credo che ogni provincia marchigiana abbia le sue peculiarità più o meno definite in fatto di sonorità, gusti e tendenze. Più lupi solitari che band connesse tra loro. Di scene non credo esistano, ma ad ogni modo è un contenitore che può essere dato solo a posteriori. Per quanto riguarda la tendenza del pubblico, non credo sia troppo dissimile a quello del resto dello stivale. Da artista e ascoltatore cerco di supportare come meglio posso coloro che si prodigano per promuovere nuove proposte musicali ad alto tasso qualitativo sia nella programmazione invernale che in quella dei festival estivi (penso al Loop, Reasonanz, Dalla Cira, Nufabric, La Soms, all’Osteria Sotto Le Mura, al fu Circolo Revers, ad APP, all’esperienza di Musica Distesa, ma la lista comprende tante altre realtà). Vedere i soliti nomi o proposte nei festival mi annoia e anche intristisce. Oltretutto alimenta una pigrizia culturale poco salutare per lo spirito e la quotidianità.
Per saperne di più:
Winston McNamara
Persian Pelican
Iosonouncane
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