Due giovanissimi spettatori, Alberto Attorri e Leo Medori, hanno assistito, sabato 29 ottobre al Teatro Persiani di Recanati, allo spettacolo The pride, diretto e interpretato da Luca Zingaretti. Ci hanno mandato un bellissimo feedback che pubblichiamo qui sotto! Buona lettura.
Sono stato a vedere questo spettacolo sabato sera, fortunatamente prima del devastante terremoto del 30 ottobre mattina che ne ha impedito la replica. Che dire? Zingaretti ci conferma il suo straordinario talento interpretativo e direttivo in teatro: The pride tocca temi importanti per il giorno d’oggi, ma anche per ieri, infatti le due storie parallele rappresentate, una ambientata nel 1958 e l’altra nel 2016, mettono in evidenza la mancata accettazione di sé, l’omofobia, l’omosessualità e la solitudine.
“Andrà tutto bene”, con questa semplice frase, che Sylvia, una dei tre protagonisti principali, sembra quasi sussurrare ad un bambino, ma in realtà ad un pubblico adulto, si riassume il nucleo principale di tutta la vicenda: andrà tutto bene, nonostante il rifiuto, nonostante la paura, nonostante il giudizio di una società meschina e cieca, poiché l’amore, di qualsiasi genere esso sia, abbatte muri che sembrano invalicabili, scoprendo la vera natura dell’essere, rendendola più chiara, come illuminata, per un breve istante, da un timido raggio di sole, quella natura che per anni abbiamo tentato di tenere nascosta a qualunque costo, per non essere derisi ed emarginati. “Andrà tutto bene” è la firma di un messaggio pieno di speranza, un’ ultima lettera prima di ripartire per quel viaggio a tratti terribile, ma anche meraviglioso, che è la vita.
Alberto Attorri e Leo Medori
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