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Il debutto di Aminta di Latella al Teatro Lauro Rossi di Macerata

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Antonio Latella, acclamato maestro della scena internazionale e direttore della Biennale di Venezia Teatro, ha scelto Macerata per la residenza di allestimento del suo nuovo e atteso spettacolo Aminta di Torquato Tasso che ha debuttato al Teatro Lauro Rossi in prima assoluta l’8 e 9 novembre nell’ambito della stagione promossa da Comune di Macerata e AMAT. Lo spettacolo è prodotto da stabilemobile ed è realizzato in collaborazione con AbitiAMO le Marche, un progetto promosso da MiBAC, Consorzio Marche Spettacolo e AMAT con i Comuni di Macerata ed Esanatoglia, che intende sostenere la ricostruzione per le comunità colpite dal sisma, attraverso la promozione dello spettacolo dal vivo, nella consapevolezza del ruolo primario che la cultura può svolgere per favorire la coesione, rinnovare l’identità e promuovere la crescita personale. Negli ultimi anni, le residenze creative hanno rappresentato nelle Marche una delle reali novità delle arti performative: luoghi e tempi dedicati alla ricerca, alla produzione e soprattutto all’incontro con la comunità ospitante. In questa ottica le residenze della compagnia diretta da Antonio Latella lo scorso marzo a Esanatoglia (vedi qui l’articolo e la conversazione tra Latella e Santini) per le prime prove dello spettacolo e ora a Macerata per la fase conclusiva prima del debutto. Le suggestioni di Antonio Latella su Aminta di Torquato Tasso, portano a confrontarsi con il grande autore italiano, partendo dalla compresenza in esso di due forze: la spregiudicata ricerca di innovazione linguistica, e la tensione verso un classicismo da reinterpretare.
Nel video si può vedere la conferenza stampa di presentazione di Aminta alla quale sono intervenuti Gilberto Santini per AMAT, l’Assessore alla Cultura del Comune di Macerata Stefania Monteverde, il regista Antonio Latella, gli attori di Aminta Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna, Giuliana Bianca Vigogna.

“Lavorare su questo piccolo teorema è stimolante soprattutto se per avvicinarsi ad esso si scelgono i versi, la loro spinta evocativa inarrestabile. È il verso che si fa dardo e la parola che si fa esperimento stimolando una trasparenza della regia; vorrei provare ad essere fuori dal gioco, non stabilire regole ma seguire regole che non vengono decise da me ma da chi ha scritto. Penso a una regia che si affidi all’estetica stilistica della lingua, capace di una vertiginosa verticalità, piena di senso e non di analisi; un nuovo territorio di ricerca. Aminta di Torquato Tasso è un dramma pastorale che racconta le vicende del pastore Aminta e del suo amore per la ninfa Silvia. Il nome greco Amyntas deriva dal verbo greco amynein, “difendere, proteggere”, traducibile con “colui che protegge”; in latino, Amyntor. Proteggere cosa? Proteggersi da chi? Difendersi? Difendere una forza creativa al punto da negarla, negare l’amore perché possa riprodursi in fonte di ispirazione assoluta, lontana dalla storiella dell’innamorato non corrisposto”. Antonio Latella

In scena ci sono gli attori Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna, Giuliana Bianca Vigogna, la drammaturgia è di Linda Dalisi, le scene di Giuseppe Stellato, i costumi di Graziella Pepe, musiche e suono di Franco Visioli, luci di Simone De Angelis, movimenti curati da Francesco Manetti.

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Alcuni studenti del Liceo di Macerata e di Fabriano hanno assistito allo spettacolo e all’incontro pomeridiano con la compagnia avvenuto per l’iniziativa di “Gente di teatro” alla Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata e ci hanno inviato i loro commenti, che potete leggere qui sotto.

 

“Lo spettacolo, che si è svolto la sera del 09 novembre 2018 presso il Teatro Lauro Rossi di Macerata, in cui è stata messa in scena la famosa opera Aminta di Torquato Tasso, si è presentato per noi studentesse come un’occasione di alto valore culturale. Il linguaggio, in alcuni tratti, è stato poco comprensibile in quanto la terminologia adottata non appartiene alla dialettica moderna. Nonostante ciò, è stato possibile apprezzare a pieno l’opera messa in scena grazie alla bravura degli attori e all’eccellente lavoro svolto dal regista Latella. Di rilevante importanza è stata la rivisitazione dell’opera nell’incontro tra la cultura antica e quella attuale, come ad esempio l’inserimento di componimenti di musica rock. La scena che più ci ha colpito e fatto riflettere è stata quella in cui Silvia spoglia il satiro. Questa scena è una rivisitazione dell’opera originale nella quale era il satiro che tentava di violentare Silvia. Con questo gesto il regista Latella vuole mettere in risalto l’emancipazione femminile e vuole condannare ogni forma di violenza. Possiamo affermare che questo spettacolo si è presentato anche come un’opportunità di riflessione interiore e ne consigliamo vivamente la visione a tutti. Benedetta Ciappelloni, Giulia Dominici, Francesca Ercolani, Sofia Partenzi

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