Sono passati alcuni giorni dal viaggio a Coimbra ma la memoria è ancora vivida e il pensiero fisso su un’esperienza meravigliosa che ha visto tre ragazzi di Fabriano del Liceo Scientifico Volterra – Claudia Angeletti, Lorenzo Farinelli, Benedetta Pedica, esattamente dai 15 ai 17 anni – protagonisti di un seminario internazionale. I giovanissimi hanno preso parte al progetto europeo “Bando à Parte” nell’ambito del programma Youth in Action, di cui AMAT è stato partner insieme a Theatermijn/Olanda, DSCHUNGEL WIEN Theaterhaus für junges Publikum/Austria, Hetpaleis/Belgio e allo stesso Portogallo capofila del progetto con O Teatrão. Tanti i ragazzi provenienti da diversi paesi che si sono ritrovati per 6 giorni a condividere pensieri e riflessioni, giochi, usanze e piatti tipici in un vero e proprio scambio interculturale.
L’argomento principale del seminario ha toccato i cambiamenti sociali ed economici della città di provenienza di ognuno di questi gruppi; lo scopo era di indagare e ripensare il territorio in cui si vive come spazio di trasformazione e rinnovamento per il futuro (per approfondimento leggi l’articolo Ripensare le rovine).
RIFLESSIONI DA LORENZO
Il seminario internazionale svoltosi a Coimbra a conclusione del progetto europeo “Bando à Parte” è stata un’esperienza veramente unica e interessante.
Fin da subito tra i vari partecipanti si è instaurato un legame speciale, come se tutti fossimo amici di lunga data, ed ognuno si è aperto, senza pregiudizi, all’altro facendo conoscere se stesso e il suo background geografico.
Abbiamo infatti avuto la possibilità di confrontarci con altre persone, principalmente coetanee, su temi particolarmente pregnanti nel periodo attuale, scoprendo punti di incontro e convergenza tra le varie culture; inoltre, condividendo le nostre idee e passioni, abbiamo scoperto di avere interessi comuni, di ascoltare la stessa musica, di leggere gli stessi libri e così via.
Oltre a questo lato più “umano”, è stato interessante anche per le tematiche trattate: ci siamo interfacciati con i problemi posti dai paesi presenti ed abbiamo cercato, tramite gruppi di lavoro, di proporre soluzioni concrete che sarebbero poi confluite in un unico intervento comune.
In questo modo abbiamo capito di non essere spettatori passivi delle azioni di qualcun altro, ma partecipi di un processo di cambiamento a cui possiamo contribuire con un verso.
Lorenzo Farinelli
RIFLESSIONI DA CLAUDIA
Questo seminario internazionale in Portogallo è stato per me un’esperienza di vita da ricordare, andando a incidere non solo nel mio bagaglio culturale ma anche nella mia stessa formazione (scolastica e non). Infatti, a Coimbra, città dove abbiamo svolto il progetto, io e il mio gruppo ci siamo confrontati con tanti altri ragazzi della nostra età provenienti da Olanda, Belgio, Portogallo e Austria. Loro, come noi, svolgendo il progetto nelle proprie città ed accorgendosi dei disagi presenti in esse, hanno tentato di arginare il problema con delle soluzioni. È proprio questa la sfida: pensare, immaginare e creare delle attività per il luogo in cui si vive facendolo rinascere. Ovviamente, il cambiamento non è radicale e assoluto, ma parte da ognuno di noi… Ambizione, volontà, voglia di mettersi in gioco sono le componenti essenziali per il progetto.
A mio parere, uno dei momenti più belli tra quelli previsti nelle attività è stato quello in cui, divisi in gruppi con ragazzi di diversa nazionalità, dovevamo rispondere a delle domande; quest’ultime riguardavano tutte il tema delle città dormitorio, ovvero dei sobborghi urbani privi di vita, mancanti di attività, locali e intrattenimento per la popolazione e, quindi, utilizzati, appunto, solo per dormire. Ciò rappresenta una realtà triste e deprimente, ma il semplice rispondere a queste domande, cercando di trovare delle soluzioni concrete, è stato già un primo passo ottimo. Inoltre è stato anche un modo di dare fiducia ai giovani, troppo spesso non considerati quando si comincia a parlare di problemi di questo tipo. È stata un’attività importante anche perché mi ha fatto capire quanto il futuro delle città in cui viviamo e dei luoghi che ci circondano è nelle nostre mani e che, quindi, spetta a noi prendercene cura e salvaguardarlo.
È stata una vera fortuna prendere parte a questo seminario internazionale; ho conosciuto ragazzi solari e disponibili, totalmente privi di pregiudizi e schemi mentali, anzi, volenterosi di conoscere culture diverse dalle loro. Inoltre, è stato interessante vedere il teatro come collante tra i diversi gruppi, creando legami e complicità fra persone che fino a qualche giorno prima nemmeno si conoscevano.
Come descrivere poi l’intera esperienza? Forse con un grazie… Grazie a coloro che hanno reso tutto il progetto possibile e realizzabile avendo lavorato duramente per assicurarci tutte le comodità necessarie, grazie all’amat che mi ha fatto conoscere posti, persone e culture nuove e piacevoli partendo, ovviamente, dal territorio in cui sono nata e cresciuta. Infine, un grazie va anche a tutti i ragazzi del progetto perché mi hanno fatto trascorrere giornate piene di allegria e divertimento, facendo della loro simpatia, della loro vitalità e della loro bravura gli ingredienti essenziali per questo progetto europeo.
Claudia Angeletti
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