XSIANIXTUTTINOI! 2016
La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.
Fernando Pessoa
Sono 7 anni che XSIANIXNOI, serie di laboratori e spettacoli pensati per giovani e meno giovani, anima Recanati e un’intera comunità. Il progetto – organizzato dal Comune di Recanati e da AMAT – anche quest’anno ha coinvolto le scuole materne, elementari e medie, offrendo loro una serie di spettacoli e la possibilità di partecipare a dei laboratori di cui sono stati protagonisti indiscussi. XSIANIXNOI 2016 è girato attorno a un tema, quello del viaggio.
I bambini di I, II e III elementare hanno fatto il giro del mondo e scoperto come in ogni paese il circo ha le sue tradizioni e caratteristiche grazie al Circo EL GRITO. Le classi di IV e V elementare hanno assistito al poetico e intenso spettacolo di Teatropersona Il grande viaggio, capendo come non sia facile lasciare la propria casa e che si parte per necessità, ma che il futuro riserva sempre delle sorprese e nuovi amici. Dopo aver visto questi due spettacoli, i bambini hanno realizzato degli splendidi disegni che potete vedere in una galleria fotografica dedicata.
È stato un anno denso di emozioni, anche quando il viaggio è diventato altro e in scena i ragazzi delle scuole medie sono andati alla ricerca di uno spettacolo con Sherlock Holmes di CollettivO CineticO: insieme a dei buffi investigatori, gli studenti hanno indagato e studiato le orme lasciate da dei corpi danzanti, ricostruendo così le varie possibilità che ha una coreografia di prendere forma e diventare tale. Anche le scuole dell’infanzia hanno viaggiato con la fantasia grazie al Teatro di Carta nella Bottega delle ombre.
Le classi IV elementari di tutti gli istituti di Recanati hanno partecipato al laboratorio Fitz curato dalla compagnia 7-8 chili. Dopo aver visitato il Museo dell’emigrazione di Villa Colloredo Mels, 8 classi hanno iniziato a progettare un ipotetico viaggio di migrazione verso un luogo immaginario. Da questa esperienza Davide Calvaresi e Valeria Colonnella – che hanno curato personalmente il laboratorio – ne hanno tratto un documentario video, di cui è possibile vedere il trailer qui sotto, che racconta le varie tappe affrontate durante il laboratorio. Perché emigrare? Quali i problemi che spingono a farlo? Come deve essere il posto dove andare? Quali le caratteristiche? I bambini hanno fatto esperienza di consapevolezza dei propri desideri e dei mezzi necessari a realizzarli; hanno viaggiato con la fantasia immaginando mondi poetici e divertenti, inventando anche mezzi e modi per raggiungere la loro meta finale, “Infinit”. Hanno discusso insieme arrivando a delle decisioni comuni e condividendo le scelte, immaginando un futuro e tante possibilità. Perché in fondo, come recita lo stesso sottotitolo del progetto, “chi sogna smuove le montagne”.
Il documentario Fitz è stato proiettato al pubblico al Teatro Persiani di Recanati domenica 29 maggio 2016 in occasione della giornata di festa XSIANIXTUTTINOI. Nel foyer sono stati sistemati tutti i materiali e gli oggetti realizzati dai bambini di IV elementare durante il laboratorio: i disegni dei mondi possibili, le caramelle “rincipicoles” per diventare piccoli e avere 10 anni, l’orologio che dà felicità, il razzo per raggiungere Infinit, la patente di guida della macchina volante, il certificato di idoneità di “sanissima e robustissima propensione al grande divertimento”….
Qui una galleria fotografica con l’allestimento della piccola mostra.
Anche gli studenti delle classi II della scuola secondaria di I grado di Recanati si sono chiesti cosa significhi essere costretti a partire. Andrea Caimmi, il regista che li ha accompagnati nel laboratorio teatrale, ha descritto così lo spettacolo Nello zaino la mia casa che i ragazzi hanno presentato al pubblico sempre domenica 29 maggio: “Il nostro lavoro parte da alcune suggestioni. Una foto, vincitrice del Premio Pulitzer, in cui un gruppo di migranti su una spiaggia africana, con i telefoni cellulari verso il cielo, ricerca un segnale per entrare in contatto con parenti o amici. Un pezzo di carta ritrovato dentro una sacca, dove uno di loro aveva scritto una canzone d’amore rap. Già nei primissimi inizi del laboratorio dai ragazzi sono cominciate a sorgere domande. Abbiamo scelto di lavorare sulla più ricorrente: E se succedesse a me? Siamo bombardati intensamente da immagini e notizie riguardo alle vicende di persone che devono lasciare il luogo in cui vivono, a causa di guerre, carestie, invasioni. E in questo meccanismo di informazione noi, non tutti forse, empatizziamo con la situazione di quelli che chiamiamo migranti ma restiamo tuttavia lontani. Non può essere altrimenti. Fondamentalmente credo perché tutto ciò, per quanto i media a volte ce lo propongano anche in maniera spietata, ha per tutti noi, dell’incredibile. Abbiamo così voluto utilizzare il racconto in scena, il teatro, per comprendere un po’ più a fondo cosa possa significare lasciare tutto, e partire. Senza mai voler sprofondare nella tragedia o nel patetismo. I ragazzi partecipanti hanno collaborato con entusiasmo e impegno a fornire le loro idee, i loro punti di vista, i loro spunti, cercando di vivere con l’immaginazione, quel momento quando in un giorno qualunque, in una serena località della provincia italiana, in una giornata uguale a mille altre all’improvviso…. cambia tutto.”
Ne è venuto fuori uno spettacolo toccante, necessario e soprattutto importante perché ha spinto i ragazzi a mettersi nei panni di coloro che fuggono, avvicinandosi a un tema attuale che troppo spesso rischia di rimanere solo una fredda notizia all’interno del telegiornale. Gli studenti si sono messi in gioco realizzando un lavoro intelligente ed emozionante grazie anche alla guida di Caimmi che ha spiegato loro anche cosa significa essere corpo all’interno di uno spazio vuoto come il palcoscenico.
XSIANIXNOI anche quest’anno si è rivelato essere un percorso utile e necessario per scoprire da più vicino quando sia importante ascoltare, condividere, aiutarsi nella società di oggi, aiutando dei giovani e giovanissimi a crescere consapevoli di appartenere al mondo.
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