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Da Nuove Traiettorie XL alla residenza a Pesaro: intervista a Laura Gazzani

Da Nuove Traiettorie XL alla residenza a Pesaro: intervista a Laura Gazzani

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La Chiesa della Maddalena di Pesaro è un suggestivo spazio che ospita, ormai da qualche anno, artisti dello spettacolo dal vivo che lavorano alle loro nuove creazioni. Nell’ambito del progetto Marche Casa del Teatro. Residenze d’artista e in collaborazione con HangartFest, questo luogo continua a farsi catalizzatore di arte e bellezza, accogliendo residenze di giovani coreografi e danzatori, grazie al Comune di Pesaro e AMAT con il sostegno di Regione Marche e MiBACT, che hanno fatto parte dell’edizione 2020 di Nuove Traiettorie XL, azione formativa del Network Anticorpi XL di cui AMAT è partner per le Marche.

Nuove Traiettorie XL è un percorso formativo che si rivolge a giovani autrici e autori agli esordi del loro percorso autoriale selezionati dai propri referenti regionali – partner del Network – tra i candidati e le candidate alla Vetrina della giovane danza d’autore che si distinguono per il loro potenziale creativo. L’azione si concretizza nell’offerta di borse di studio per la partecipazione a un programma di incontri teorici, pratici e a momenti di confronto e scambio con docenti, tutor, artisti e artiste finalizzati alla comprensione delle dinamiche complesse del sistema danza, vagliando tutti gli aspetti della creazione, dalla drammaturgia alla comunicazione e diffusione, e volti a stimolare riflessioni e analisi sull’atto creativo, al fine di supportare la crescita personale e artistica dei/delle partecipanti.

A marzo 2021 la Chiesa della Maddalena ha ospitato la coreografa Laura Gazzani che ha lavorato a PEDRO. Le abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più.

Laura, prova a presentarti in una frase
Dance Artist made in Marche espatriata altrove con i pensieri che volano e i piedi in campagna. Amo il pane!

Hai dei compagni di viaggio in questo progetto?
Sì e mi sento realmente fortunata. Sono Elena Sgarbossa, Lorenzo Lucchetti e Arianna Perrone.

Parlaci del progetto PEDRO. Come nasce e qual è il tema affrontato?
Nasce in forma scritta e blanda nel mio quaderno nel 2018. Dopo una chiamata arrivata da parte di Lisa Giardino (operatrice culturale e co-curatrice del Festival Santarcangelo dei Teatri nel triennio 2017-2019, ndr) si è ufficializzato e ha preso vita sostenuto in primis dal Santarcangelo Festival all’interno del programma ministeriale Boarding Pass Plus Dance. Il tema affrontato si è definito nel corso della ricerca e a oggi si è confermato: indaga un corpo immerso in un processo di scelta continua. PEDRO è un corpo che scruta il proprio tempo e il proprio spazio. In realtà credo sia ognuno di noi che ricerca una direzione, il nostro stare e il nostro stare in questa società che ostacola, stimola, che fa scegliere e valutare. Nel sonoro si manifesta inoltre la molteplicità dei livelli presenti nel pensiero in contrasto con il corpo contenuto in un circuito definito e tendente a un ambiente minimalista.

Come mai questo titolo?
È il soprannome che mi ha dato il mio insegnante di pianoforte e un po’ per gioco un po’ per sfida ho deciso di chiamarlo così. In realtà in PEDRO ho messo in discussione molto la mia persona, in un certo senso è il mio alter ego. Inoltre ogni mio lavoro ha un nome proprio perché non riesco a non guardare ai miei progetti come a delle creature vere e proprie che vivono di incontri, maturano e si emozionano come ogni essere umano.

Puoi regalarci una foto rappresentativa del lavoro (ad oggi, dopo questa fase di studio)?

Quali aspetti hai indagato durante la residenza alla Chiesa della Maddalena?
Ho iniziato la residenza con un mantra ben preciso: da qui non si torna più indietro. Ho fatto un focus sul corpo del lavoro. Ho lavorato su un task motorio ben preciso, minimale è come lo definisco, che il corpo ha seguito dando vita a migliaia di possibilità di attraversamenti. Ho creato e ultimato un circuito che si autogenera continuamente dando vita a diverse possibilità di attraversamento. Il pensiero barocco si è manifestato nel tappeto sonoro nel quale ho lavorato gli ultimi tre giorni di residenza con il Sound Designer. Mai come ora mi sento come se ogni momento debba viverlo a pieno “portando a casa il punto”. Questo mi ha dato la giusta concentrazione e la giusta forza per stare in ciò che era presente nel momento dell’indagine: il mio corpo, PEDRO e i miei collaboratori.

Quali le difficoltà?
Ad essere sincera mi sento di non aver passato dei veri momenti di difficoltà, ed è la prima volta. Sarà che ero così felice di essere immersa in quell’ambiente così fertile della Chiesa della Santa Maddalena.

Quali le scoperte fin qui?
Ho capito che lavorare su un solo coreografico rappresenta un lavoro di squadra in cui il performer che appare è uno soltanto. Questo pensiero mi ha aiutata a rimanere centrata nei momenti di maggiore sconforto. Ho sempre rifiutato di lavorare da sola in scena ma questa è stata la chiave che ha sciolto ogni nodo. Credo fortemente nel fatto che avere degli alleati intorno a sé possa aiutarci nel nostro percorso. Costruire una rete di persone delle quali ti fidi, che stimi in primis come essere umani. L’incontro, il confronto e il dialogo arricchiscono la nostra ricerca e il nostro pensiero. Io non riuscirei a farne a meno!

Cosa rappresenta per te il progetto Traiettorie XL?
Un luogo di incontro e di confronto. Un percorso di crescita a livello professionale e personale.

La tua residenza in 3 parole.
Indagine – Confronto – Piacere.

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