Dora pro nobis: diario di una sorpresa
Quelli della primavera 2020 sono stati giorni sospesi, segnati dal dolore, dall’incertezza, dal distanziamento sociale. La pandemia ci ha portato a vivere un tempo che nessuno di noi poteva immaginare così spaventoso. Dopo un primo periodo che ha visto rimanere in silenzio anche AMAT, il circuito ha pensato che fosse giusto reagire, tornando a fare il proprio lavoro come meglio poteva: ha lanciato il progetto NOW / EVERYWHERE teatro, musica e danza possibili (adesso) in risposta a un tempo inedito e drammatico. “Un atto d’amore, il nostro: per il teatro, per il nostro compito in esso, proporre alla Platea delle Marche – e non solo – i momenti di ‘invasione’ ed ‘evasione’ propri dell’esperienza teatrale, continuare a riflettere su di essa. Tornare a farlo adesso, nelle forme possibili, cogliendo l’occasione che questa sfida storica rappresenta. Cogliere la circostanza per esplorare il teatro in forme e pensieri nuovi, che ci consentono subito di tornare ad operare lanciando nuove sfide allo spettatore e che potranno poi affiancare l’esperienza di fruizione abituale.” Queste le parole del direttore di AMAT Gilberto Santini che ha ben pensato di lanciare NOW / EVERYWHERE, ora e in ogni luogo, attraverso ogni mezzo che potesse permettere proposte di un teatro possibile, un teatro cioè sempre possibile, non uno scolorito surrogato dell’esperienza teatrale ma capace di offrire nuove prospettive, rimettendo al proprio posto gli elementi caratteristici della fruizione teatrale: allo spettatore chiedendo di pagare un biglietto, riconoscendo agli artisti il giusto compenso per il loro lavoro, agli organizzatori – AMAT in questo caso – la responsabilità del progetto artistico e organizzativo che ne consente l’incontro.
Se l’emergenza sanitaria in atto ha di fatto bloccato qualsiasi occasione di proposta nelle forme consuete venendo meno la possibilità di condivisione in un luogo fisico comunitario quale è il teatro, non ha però negato il fatto che una esperienza teatrale potesse accadere “ora”, adesso. Se il luogo del teatro è interdetto non lo sono infatti i tanti luoghi immateriali- web e telefono – che a distanza permettono ancora un rapporto tra artisti e pubblico, nella contemporaneità temporale del presente. Un rapporto che guadagna in intimità ciò che perde in termini di socialità. Come in un rapporto amoroso in cui gli amanti sono alla ricerca di inediti spazi e strumenti di condivisione, in attesa di un nuovo appassionato incontro.
NOW / EVERYWHERE teatro, musica e danza possibili (adesso) si è quindi articolato in due linee di intervento: una di programmazione, con il varo di una rassegna multidisciplinare e una di riflessione sul teatro, tramite l’avvio di un laboratorio di idee.
La rassegna si è aperta il 15, 16 e 17 maggio 2020 su Zoom con Dora pro nobis, spettacolo / reading tratto dal libro Malamore di Concita De Gregorio – che a Dora Maar ha dedicato una ricerca narrativa ed esistenziale – che ha visto duettare a distanza la voce intensa e sensibile di Federica Fracassi con il suono del violoncello di Lamberto Curtoni, a richiamare in contrappunto l’una Dora Maar e l’altro Pablo Picasso. L’invito a partecipare era rivolto agli spettatori di ogni età: per questo AMAT ha aiutato il più possibile anche persone in difficoltà con il mezzo tecnologico, creando assistenza ad personam, creando un tutorial su youtube e accogliendo tutti in un foyer virtuale prima dell’inizio dello spettacolo dando ultime raccomandazioni per godere al meglio dell’esperienza. Dora pro nobis è stato un vero viaggio nello stupore, che ha permesso a spettatori di ogni città d’Italia di incontrarsi in un teatro virtuale e di confrontarsi al termine dello spettacolo, avendo anche il piacere di rivolgersi agli stessi artisti e all’autrice Concita De Gregorio che ha partecipato a una delle tre serate. Il pubblico ha accolto con molto entusiasmo e in maniera sorprendente questa proposta tanto da averci inondato di commenti e email di ringraziamento che noi qui vogliamo riproporre, per mostrare come esperimenti culturali di questo tipo vadano sostenuti e abbracciati. Ringraziamo ancora una volta tutto il pubblico che si è messo in gioco e ha accettato la sfida.
COMMENTI DEGLI SPETTATORI POST SPETTACOLO DORA PRO NOBIS
Mi ha fatto molto piacere vivere questa esperienza, soprattutto per l’atmosfera intima che ci avvolgeva, anche se eravamo tutti distanti uno dall’altro. La lontananza/comunione ha fatto sì che la partecipazione fosse più forte. Per me, che non amo trovarmi in gruppi numerosi, questa è stata la modalità ideale per assistere allo spettacolo. Inoltre, complimenti per la bravura sia dell’interprete che del musicista. Spero che questa bella iniziativa continui. Grazie a voi. Alida Suardi
Il grazie va a voi, che avete permesso l’avverarsi di tutto questo. Penso sia davvero una opportunità preziosa per confrontarsi, come spettatori e attori, con un diverso modo di vivere “l’azione teatrale”, così vicino anche nella distanza. Se chi fa teatro è bravo, molto bravo come in questo caso, la comunicazione arriva, vivendosi tutto, anche la precarietà del segnale, terrà o no, si inchioderà? L’unica è provarci. Insomma, ho già preso un altro biglietto! Giuseppe Vaglienti – Ivrea (TO)
Ringrazio AMAT per l’opportunità dello spettacolo Dora pro nobis che ho visionato ieri sera. Tra l’attrice, il musicista e il testo si è creato un coinvolgente circuito virtuoso che è risuonato al di là dello schermo. Esperimento riuscitissimo! (L’intervento di Concita De Gregorio è stata la ciliegina sulla torta!). Patrizia Paoloni
In tempi d’emergenza, va ringraziato chi si attiva per inventare modi di ri-inventare il teatro; il vostro esperimento mi è sembrato riuscito, non solo per la fruibilità dello spettacolo, ma anche per la modalità di accoglienza e coinvolgimento del (commosso e grato) pubblico alla fine: nessuna formalità da “dibattito”, piuttosto un clima da “cortile di casa”, e dico ciò con vero apprezzamento. Credo che il teatro dovrebbe recuperare proprio questi sentimenti di condivisione. Grazie e a presto. Ambra D’Amico
In questo periodo abbiamo seguito spettacoli in streaming diretto o su una piattaforma condivisa, (film, musica, conferenze) ma spettacoli teatrali visti solo registrati; per cui la condivisione in piccoli gruppi del teatro dal vivo ti fa partecipare e sentire emozioni come se fossimo stati presenti in un teatro di piccole dimensioni come ne abbiamo vari nelle Marche (penso a Cartoceto ) e mi ha ricordato uno spettacolo con monologo della Guerritore visto tantissimi anni fa al teatro Olimpico di Vicenza. Bravi a tutti. Bruno e Roberta Pirozzi
Che dire? Semplicemente entusiasmante. Della bravura di Federica Fracassi non avevo alcun dubbio, sull’efficacia di questo mezzo invece nutrivo qualche dubbio. Ho dovuto ricredermi!!!Sicuramente anche per merito dell’emozionante accompagnamento musicale!! Complimenti agli artisti, ma complimenti anche a voi che avete pensato e proposto questa rassegna. Grazie davvero. Laura Parnisari
Sono davvero felice di avere l’occasione di ringraziare Umberto, splendido musicista, e Federica, attrice davvero meravigliosa, che ho avuto più volte l ‘occasione di vedere, ascoltare e incontrare…. Sono Verena e appartengo alla grande famiglia dell’Officina Teatrale degli Anacoleti, a Vercelli. anonimo
Ieri sera, dopo lo spettacolo, non sono intervenuta perché ero travolta dalle emozioni…. era come se Federica e Umberto fossero al mio fianco, e lei parlava solo a me, e lui suonava solo per me, un incanto….grazie grazie grazie….w il teatro, sempre….Verena
Per me è stata la prima esperienza di teatro in digitale. L’intensità dell’interpretazione e delle musiche mi ha coinvolta moltissimo. E’ stata una serata emozionante e speciale. Sono un’assidua frequentatrice del teatro “in presenza”, ma credo che anche questa modalità possa rappresentare una grande opportunità per continuare a sentire il teatro vicino. Vi ringrazio. Un cordiale saluto e a presto. Rosanna Forconi
Federica è straordinaria, recita con la voce, con gli occhi, con le mani, con tutta se stessa, comunicando grandi emozioni. Il violoncellista oltre che bravo è anche simpatico. La modalità on line è stata una sorpresa per noi che non ne avevamo mai usufruito, ma una sorpresa positiva ed effettivamente si crea un clima di partecipazione diretta, di empatia con i protagonisti ed anche con il pubblico. Grazie Andreina e Franco Bellassai
Da subito incuriosita dall’esperimento di un “teatro in digitale”, la mia aspettativa non è stata minimamente disattesa e sono rimasta favorevolmente impressionata dall’esperienza vissuta, che considero una specie di “balsamo” in attesa che si possa tornare, spero presto, a godere di questa meravigliosa forma d’arte nel luogo ad essa più appropriato: il teatro. Ho apprezzato molto il testo di Concita de Gregorio, scorrevole ed appassionante, impersonato con grande carattere da Federica Fracassi e sono rimasta ammaliata dal suono del violoncello di Lamberto Curtoni. Una cosa in particolare mi ha colpito, che a teatro avrei forse notato con maggiore difficoltà per via della distanza dal palcoscenico: la potente espressività di Federica, messa in risalto dall’essere sempre in primo piano. Abituata all’utilizzo della piattaforma Zoom, l’accesso all’evento per me è stato facile, ma – considerata la dovizia di informazioni / indicazioni fornite dall’organizzazione – credo lo sia stato anche per gli altri spettatori. Unico “neo” il suono talvolta un po’ “metallico” tipico del digitale, che tuttavia non può inficiare il giudizio più che positivo su questa esperienza. Nel ringraziare AMAT per questa iniziativa e con l’augurio di rivederci tutti presto teatro, cordiali saluti. Elisabetta Betti
Grazie, ottimo esperimento. Ho perso la parte finale a causa della dannata connessione, ma l’esperimento mi sembra molto interessante. Anche con le distorsioni audio e video il testo passa e soprattutto passano le presenze dell’attrice e del musicista, che ci fanno riassaporare il profumo, anche se non ancora il sapore dell’esperienza teatrale. Bravi! anonimo
Un grazie a voi. È stata una esperienza emozionante. Mi sono sentita coinvolta, partecipe…quasi fossi lì con Federica a riflettere e condividere la vita di DORA. Wilma
Io son rimasto contento della bella iniziativa, sicuramente è una dimostrazione di creatività in un frangente così particolare e inedito. Ho notato l’enorme voglia di condivisione anche da parte del pubblico, che “faceva a botte” per intervenire anche nel dibattito post spettacolo (invece spesso a teatro è dura rompere il ghiaccio) e, diversamente dal dibattito dal vivo, si notava che era interessante anche per gli artisti vedere i volti degli spettatori (effetto sorpresa al termine dello spettacolo, quando ricompaiono i partecipanti) e dialogare in modo paradossalmente più diretto via Zoom rispetto a quanto avviene dal palco. Fondamentale l’elemento “dal vivo”, per cui sicuramente vedere lo spettacolo pur su Zoom non è paragonabile a sedersi sul divano e scegliere un film su Netflix. Un complimentone agli artisti che hanno saputo così reinventarsi e anche ai tecnici, immagino che non sia stato affatto semplice! Detto ciò, preferirò naturalmente sempre la modalità dal vivo, anche se condivido quanto sentito da più parti, cioè che non sarebbe affatto una cattiva idea se questo format digitale potesse continuare anche quando non ve ne sarà più la necessità sanitaria. Grazie ancora a voi! Fabrizio
Nonostante fosse uno spettacolo non in presenza, è stato estremamente coinvolgente, un ottimo abbrivio per le future manifestazioni. Emanuela Lanciotti
Lo spettacolo teatrale “Dora pro nobis” è stato speciale per diversi motivi. Il più banale: il mezzo telematico che ridimensiona i rapporti spaziali. anonimo
Assolutamente nuovo ed affascinante il rapporto con l’attrice, in perfetta armonia con il musicista. Infatti vedere l’attrice in primo piano a pochi decimetri da me mi ha dato la sensazione, inimmaginabile, che parlasse con me e raccontasse solo a me la sua vicenda umana con Picasso. Inoltre ho potuto apprezzare ancora di più la bravura dell’attrice Federica Fracassi, nell’interpretare il personaggio non solo con la voce ma anche con i gesti e la mimica facciale.Tutto questo lo perdi stando seduta in una poltroncina di un teatro. Grazie di questa esperienza eccezionale. Angela Montironi
Devo ammettere che ero un po’ scettica sull’uso del web per assistere a un programma teatrale. Mi ricredo: Dora pro nobis è stato un meraviglioso spettacolo sia per la bravura dell’attrice e del musicista, sia per il tema trattato. Ancora veramente grazie per questa nuova opportunità. Lucia Storani
Grazie a voi per aver organizzato questo bell’esperimento. Abbiamo trovato la cosa all’inizio curiosa, ma poi, complice anche lo spettacolo e gli artisti, abbiamo seguito con trepidazione lo svolgimento. Abbiamo trovato tutto molto intimo, “diverso” da tutto ciò al quale eravamo abituati. E così assisteremo anche ad Hamlet Private e a Theatre on a line. Grazie continuate a tenerci compagnia! Vittorio Renzi
Per me è stata una piacevolissima sorpresa. Sono abituata a forme di teatro in situazioni o contesti che non sono necessariamente quelli canonici della palco, essendo da sempre amante di sperimentazioni teatrali. Quella digitale mi inquietava e incuriosiva al tempo stesso. La riduzione che ne ha fatto Federica Fracassi è un capolavoro. A cominciare dalla conversazione iniziale fra amici/colleghi. Federica passando dal narrato al recitato, ti trascina nella storia. Mi è piaciuto come ha usato ogni parte del viso per dar forza al personaggio e alla storia. Stessa cosa per le mani, che non sarebbero state altrettanto efficaci senza quegli azzeccatissimi anelli. La Fracassi ha superato la prova (perché di questo si tratta. È un’esperienza nuova per noi spettatori, ma soprattutto per lei) in maniera brillante. Brava, brava, brava. Bello anche il “dialogo” con il violoncello, del bravo Lamberto Curtoni. Cosa non facile da fare a distanza. Considerando i ritardi che ci possono essere. Sul testo che si può dire. Molto, molto bello, molto denso di vita (femminile) e magnificamente interpretato. Bravi e coraggiosi gli organizzatori. È stato emozionante acquistare il biglietto per andare a teatro. Ed ho pagato volentieri. La cultura, l’arte, la musica, il teatro sono fatte da persone che devono essere pagate per il lavoro che fanno. Quindi, grazie per questa opportunità e anche per lo spazio finale dedicato allo scambio diretto con Federica e Lamberto. Con il valore aggiunto di Concita. Patti Ricci
A casa, in poltrona, al buio ed in assoluto silenzio, ho goduto di uno spettacolo intenso ed armonico. Si può essere completamente coinvolti anche attraverso un piccolo schermo! Melissa Prosperi
Tra gli spettatori abbiamo avuto il piacere di avere come ospite, oltre il Presidente di AMAT Gino Troli, anche la scrittrice e giornalista Concita De Gregorio, che al termine della performance ha condiviso con noi i suoi pensieri.
Essere riusciti a fare questa cosa per me è un miracolo: io sono stata teleguidata, portata dentro questo mondo incredibile; sono come una bambina davanti a un giocattolo nuovo. Mi sembra una cosa pazzesca! Io mi trovo a Roma in questo momento, ma contemporaneamente insieme siamo a Roma, Milano, Torino e in tante altre città. La trovo un’esperienza bellissima: coraggiosissimi gli organizzatori e bravissimi Federica Fracassi e Lamberto Curtoni. Inoltre la trovo un’esperienza molto intima: si ha proprio la sensazione di essere da soli, come se gli artisti si rivolgessero proprio ad ognuno di noi. C’è sempre qualcosa di luminoso anche nell’oscurità. Diciamo che stiamo facendo tutto questo nell’attesa spasmodica di tornare all’aperto, di tornare in spazi condivisi. In questi tre mesi abbiamo tutti quanti riscoperto spazi che non sono né pubblici né privati, ma sono spazi di comunità: le terrazze condominiali, i giardini interni dei palazzi, i cortili della grande edilizia politica degli Anni ’70; ma anche questo spazio virtuale lo è. La dimensione della piccola comunità era scomparsa dalle nostre vite: eravamo abituati a stare da soli, ad andare a teatro in quattrocento o a un concerto in millecinquecento; ora questa dimensione di essere in pochi e di ritrovare un’intimità scomparsa è un po’ come un ritorno alle origini. Concita De Gregorio
Come possiamo chiamare gli spettatori che hanno partecipato a questo spettacolo? Bisognerebbe riformare il vocabolario teatrale di fronte a questo tipo di esperienza. Credo che la lunga storia del teatro trovi in questo momento una tappa inimmaginabile ma assolutamente importante perché ci dà la dimensione della possibilità che abbiamo declinare il teatro in un’altra maniera. Certo c’è da lavorare, penso al discorso complessivo nel nuovo quadro in cui dobbiamo operare. Bisogna riuscire per esempio a far sposare le due dimensioni, quella attoriale e musicale, proprio come è successo questa sera. Questo forse può essere un modo per far incontrare le diverse dimensioni dello spettacolo in quell’area di confine in cui per anni tutta la sperimentazione teatrale ha lavorato: basta cambiare il mezzo e l’incontro avviene magicamente, cosa che magari sul palcoscenico non accade, sta accadendo con queste performance dove la distanza non è un problema ma un cimento. Qualcuno dice che la poesia nasce soltanto nell’infelicità e non nella felicità. Se questo modo di stare certamente non ci dà la felicità però moltiplica le nostre capacità percettive da una parte e di comunicazione dall’altra e quindi si realizza un miracolo che altrimenti è difficile realizzare. Questa sera ho visto miracolosamente il teatro. Gino Troli
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