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NEOff Reloaded: conversazione con Pietro Babina

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Lunedì 15 febbraio è andata in diretta streaming sui canali social di AMAT una conversazione tra Laura Gemini e Giovanni Boccia Artieri dell’Università di Urbino Carlo Bo e il regista e autore Pietro Babina.

Il dialogo fa parte di  NEOff Reloaded, seconda tappa del progetto Now/Everywhere OFFicine, nato durante il primo lockdown come collettore multicanale di spunti di riflessione attorno al teatro che sta affrontando la crisi pandemica interrogandosi sul proprio futuro, sulle sfide e le opportunità provenienti dall’ambiente digitale. Ogni lunedì alle ore 19 – sui canali social di  AMAT  [pagina Facebook (@AmatMarche) e Youtube (@PlateaViva) ], importanti momenti di confronto con artisti, curatori o programmatori, spunti di riflessione attorno alle trasformazioni dello spettacolo e dell’esperienza “dal vivo” durante e nel post-COVID19.

Il regista e autore Pietro Babina da oltre trent’anni porta avanti una ricerca attenta ai linguaggi emergenti prodotti dalle nuove tecnologie in relazione alla drammaturgia e alla messa in scena. Nel suo percorso artistico ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero, fra i quali più volte il premio UBU. Dal 1989 al 2010 è fondatore e direttore artistico della compagnia teatrale Teatrino Clandestino, dalla quale esce per fondare la Mesmer Artistic Association. Ad oggi lavora con attori e autori contemporanei nella realizzazione di spettacoli teatrali di circuitazione nazionale e internazionale. Ideatore e creatore, insieme a Flavio de Marco, del progetto aperto di arti visive “Manifesto” presentato a Ferrara, Parigi, Berlino e Ventotene. Nel 2009 fonda la rivista “Rivista”. Dal 2013 ha una collaborazione continuativa con Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Nazionale.

Pietro Babina: “Hackerare vuol dire sempre aggirare, penetrare un sistema ma queste piattaforme sono sistemi sempre più blindanti. […] Sperimentare lì non ti permetterà mai di fare il ‘botto’ perché ci sono dei filtri che non controlli e che neanche l’utente controlla. Il discorso interessante sarebbe se lo Stato investisse su una piattaforma multilinguaggio, in cui gli artisti non solo lavorano su ciò che c’è ma possono anche fare delle proposte, che ci fosse quindi una macchina che si conforma su delle esigenze artistiche e non solo delle esigenze artistiche che si conformano a ciò che il mercato dà. Sarebbe una bella sfida.

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