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Welcome to my world? Riflessioni su Enzo Cosimi a Pesaro

Welcome to my world? Riflessioni su Enzo Cosimi a Pesaro

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foto di Stefano Galanti
foto di Stefano Galanti

Welcome to my world, benvenuti nel mio mondo: un titolo che contiene già un’apertura, invita alla scoperta di qualcosa di inesplorato, che non si conosce ancora. È il coreografo Enzo Cosimi ad aver dato vita a quel mondo onirico e animalesco presentato al Teatro Rossini di Pesaro giovedì 21 maggio nell’ambito della rassegna TeatrOltre; ed è sempre lui alla fine della pièce a puntualizzare come quella appena vista non sia la sua idea personale di world: perché è sempre in metamorfosi, cambia e si modifica quando si scontra-incontra con l’immaginario dello spettatore; il mondo accade dentro la testa di chi è seduto in platea; Cosimi offre delle possibilità, ma alla fine sono gli sguardi e i pensieri a completare ciò che si è visto.

I quattro danzatori in scena – Paola LattanziAlice Raffaelli, Francesco Marilungo, Riccardo Olivier – hanno dato vita a quadri dalle atmosfere apocalittiche e cupe; immagini frammentate dove l’uomo è quasi un essere animalesco, privato della sua parte razionale e più guidato da quella bestiale. Pantaloni aderenti neri e petto nudo per i performer sui cui volti e sulle braccia erano presenti segni marcati, come fossero tatuati, a disegnare un uomo-nuovo, non convenzionale.

Enzo Cosimi e Gilberto Santini durante l'incontro post-spettacolo
Enzo Cosimi e Gilberto Santini durante l’incontro post-spettacolo

Al termine di Welcome to my world il direttore di AMAT Gilberto Santini ha condotto Stop! Visioni intorno alla danza, un incontro con un emozionato Cosimi che ha espresso tutta la sua difficoltà nel parlare di uno spettacolo che ha ideato, creato, coreografato, ma dove a guidarlo sono state immagini ed emozioni; l’artista stesso ha sottolineato che «è un lavoro fatto di pancia, dove l’importante è riuscire ad arrivare, non ci sono questioni complesse, non si deve per forza far capire qualcosa».
E il pubblico ha preso parola, esprimendo il proprio consenso o la propria idea di mondo estrapolata dalla visione di Welcome.

Riportiamo qui sotto le importanti e illuminanti parole di un attento e appassionato spettatore, il Signor Paolo Bonora, che ha gentilmente condiviso con noi le sue impressioni: un ottimo esempio di come a teatro possa succedere ogni volta l’incredibile.

«Per quanto riguarda Cosimi, ma vale anche per altri spettacoli che ho visto di danza moderna, si rischia di sentirsi ‘inadeguati’, privi cioè degli strumenti necessari per decodificare il messaggio. Mantenendo questo atteggiamento, si è però depistati, come ha sottolineato giustamente Cosimi a fine spettacolo. A questo punto, vale ciò che ti arriva, in modo libero, immediato e senza necessariamente porsi delle domande, alle quali nemmeno il regista saprebbe dare una risposta…
Interessante il dibattito finale, se non altro per comprendere come siamo tutti anime stupendamente ‘diverse’.  A volte anche le troppe parole o interpretazioni finiscono per tradire il lavoro stesso. Forse il segreto è lasciarsi andare alle proprie emozioni e accettare anche l’incompreso. Il Silenzio, più di ogni altra cosa, ci verrà poi in aiuto».

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